Monte Baffelan - Piccole Dolomiti | PIlastro Nord-Est

Soldà

Tàpia

Informacions

  • Monte Baffelan - Piccole Dolomiti
  • PIlastro Nord-Est
  • dallas700
  • 250 m - 8 llargs
  • V
  • IV+
  • R2
  • II
  • 14-07-2020

Felicitacions

Felicitacions per part de: madflyhalf, simieta

dallas700: Finalmente è giunta l'ora della Soldà al Baffelan. Dalle varie relazioni in rete, una via da non prendere sottogamba per il suo grado, chiodata quanto basta ma non troppo, esposizione un po' ombrosa. Insomma dopo vari pensieri di percorrerla avuti negli ultimi anni, le condizioni giuste erano arrivate, la compagnia anche. Ma.....ovviamente ci si mette di mezzo lui....il “Meteo”. Inteso come entità capace di generare forti dubbi e abbattere gli entusiasmi. Anche se non previsto, alla mattina presto già prima di partire da Bologna i vari "Radar" buttano sul piatto della bilancia l'amara sentenza....sulle Piccole Dolomiti piove. E bagna anche benino, tra l'altro solo lì nel raggio di 100 km, roba da tornare a letto. Partiamo poi si vedrà. Verso le 8 siamo a Schio e si vede il Baffelan fuori dalle nubi, un buon segno. Ha appena smesso di piovere, il morale riprende quota, siamo ancora in partita. Imbocchiamo la galleria che porta in Valdagno e dopo una caffè saliamo a Campogrosso. Il cielo è scuro ma non minaccia altra acqua, Wetterzentrale crede addirittura nel sole a metà giornata, senza indugi andiamo all'attacco. Saliamo le roccette non banali sopra la targa del povero “Furlani”, un buon riscaldamento dove non si possono commettere leggerezze, oltrepassiamo la ferla cementata di attacco della Via Carlesso e ci ritroviamo sulla stretta cengia di partenza della Soldà. Dopo un'iniziale smarrimento (siamo in cinque, ognuno avanza la sua ipotesi sull'attacco) prendiamo alla lettera la relazione e ci ancoriamo tutti alla ferla di attacco della Soldà, in posizione illogica tre metri sopra alla cengia, a fianco della targa di una nuova via che si chiama Anna Verrà. Il primo tiro è forse quello più difficile da intuire come percorso, appena superato lo spigolo in angolo provenendo dalla cengetta, verrebbe da salire verticali fin sotto una parete nera ripida e verticale. Per fortuna che mi sono corretto per tempo e sono andato più a destra, dove sul filo di una arrotondato spigolo si rinviene un grosso golfare e qua inizia l'arrampicata vera e propria. Da qua in poi non si sbaglia più, le relazioni dicono più o meno le stesse cose ma è necessario guardarsi bene in giro prima di infilarsi in qualche vicolo cieco. I chiodi necessari ci sono ma spesso giocano a nascondino, ben si confondono con il colore della roccia. Arrampicata elegante (L2,L3.L4) su buona roccia tra fessure, diedri e muretti, stranamente ancora non consunta dalle innumerevoli ripetizioni, esposta e verticale quanto basta. Il tiro chiave (L4) è molto bello e vario, prima fessure (anche da proteggere) poi muretto ben chiodato con piccoli appoggi, alcuni passi di decisione. Per comodità abbiamo spezzato questo tiro facendo sosta sul pilastrino di destra dopo 15 metri (due golfari). Oltre questa lunghezza la via non perde assolutamente di interesse. Un bel traverso verso destra conduce ad un caminetto abbattuto che porta a una placca interessante a destra di una pianta. Verticalmente si perviene ad un ampio terrazzo in comune con la via Verona che sale da Nord. Il tiro che segue, sulla carta l'ultimo, percorre un diedro stupendo e impegnativo (vedere foto), se lo si segue fedelmente ci può stare IV grado sostenuto con alcuni passaggi di IV+. Pochi chiodi, solo nei punti più difficili. Allungare sempre bene le protezioni. Ad un certo punto si entra in un profondo e facile camino dove calano le difficoltà e si trova una sosta intermedia su due vecchi chiodi ad anello, in prossimità di due frecce verso destra “grattate” sulla roccia nera. Noi abbiamo spezzato qua il tiro, per poi continuare verso destra salendo un muretto verticale (chiodo poco visibile) e poi più facilmente in verticale fino all’ampio terrazzo sullo spigolo dove si trova l’ultimo golfare con anello per la sosta. Per traccia alla bella cima. Portare un assortimento di dadi e friends, utili anche cordini e fettucce per allungare le protezioni .Per la discesa, dal Passo del Baffelan abbiamo optato per il rientro verso Passo Campogrosso con il sentiero 177 (Ovest), evitando cosi il pericolante boale del Baffelan e la sua viscida catena alla briglia. Giornata magnifica, in una reunion attesa da molto tempo con Walther, Daniele, Gec e Nils. Grazie a tutti, anche a Wetterzentrale che ci ha salvato la giornata, addirittura regalandoci sole cocente durante la discesa.

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