Monte Cengio | Pilastro Grigio - Sud Ovest

La Prima Volta

Tàpia

Informacions

  • Monte Cengio
  • Pilastro Grigio - Sud Ovest
  • dallas700
  • 300 m - 9 llargs
  • 6a
  • VI
  • R2
  • II
  • 02-11-2020

Felicitacions

Felicitacions per part de: cruks

dallas700: “La Prima Volta” al Cengio….in tutti i sensi. Diciamo che come primo approccio a questa bella parete ho scelto forse un target un po’ troppo alto, probabilmente invogliato dalla relazione presente nel nuovo libro sulla Valdastico che a parer mio tende un po’ a sgradare. E’ la terza via che percorro del mitico Tranquillo Balasso e ho trovato caratteristiche comuni sia a “Rampega coi Corvi” sia a “Oliunid”, ma su questo itinerario ci sono alcuni tratti più lunghi dove è necessario proteggersi, per fortuna non mancano belle fessure per nuts e friends. Già durante l’avvicinamento, non appena oltrepassato l’attacco della via Zig e Zag, si inizia a capire che la giornata avrà un sapore particolare di avventura. Si inizia subito con il perdere la traccia e i numerosi ometti che in realtà sono rari ometti. Girovagando nel ripido bosco autunnale finalmente ritroviamo l’esile sentierino che si trova ora più basso rispetto alle pareti. In lontananza si intravede il Pilastro Grigio, ma c’è ancora una bel pezzo da camminare, per fortuna ora è più chiaro dove passare. Dopo 1 ora abbondante dal Rifugio del Granatiere troviamo l’attacco, un disco metallico bordato in verde e nome della via sopra una balza erbosa ci da’ la prima certezza della giornata. Sono le 11.20 e siamo già in ritardo. La seconda certezza è che la via è verticale e ci sarà da lavorare parecchio di braccia per aver ragione di questa stupenda successione di diedri. Itinerario lungo e che richiede il suo tempo, da non prendere sottogamba. Come già scritto da me su qualche relazione di vie a Brentino, con il quale troverete delle analogie come “carattere”, qua siamo lontani anni luce da San Paolo e dai lustrini dei negozi e dei bar di Arco. Insomma un modo diverso di vivere l’arrampicata e la via lunga. Se cercate impegno su roccia ottima, un pizzico di avventura e avete una certa attitudine a piazzare protezioni veloci, “La Prima Volta” al Cengio è la via che fa per voi. In una splendida giornata di inizio novembre, con le nubi sotto e il sole sopra, assieme a Daniele e Walther, che spero continuino ancora a fidarsi delle mie idee…ma penso di si! L1: Si attacca una paretina non difficile (IV, cordone) per poi imboccare un bel diedro ben chiodato (V,V+) che ad un certo punto si lascia verso sinistra (chiodo azzurro e poi pianta con cordone) per poi rimontare uno spigoletto impegnativo (anche VI-) fino alla sosta in zona umida, clessidra e chiodo con cordoni. 35 metri, lunghezza ben chiodata. L2: Sopra la vostra testa partirebbe il secondo tiro originale della via, ma probabilmente starà colando acqua. Quindi Balasso a destra vi ha già preparato l’alternativa. Una variante di 6b facilmente azzerabile. Si parte verso destra con passo esposto ma non difficile (ci sta un nut) fino al primo chiodo con cordone giallo sbiadito. Proseguire in libera (bello, VI-) fino al successivo chiodo rosso con fettuccia bianca. Qua fermarsi a ragionare guardando il chiodo. Starà sicuramente al suo posto se lo trattiamo con rispetto e attenzione, caricare con cura il peso (A0) e andare a prendere una bella lama (altro chiodo) e poi fino a una clessidra con cordone (VI/A0). Ora puntare a due cordoni in una zona a lame strapiombanti (V+) poi a sinistra a imboccare un diedrino difficile con chiodo solo in uscita. Tratto delicato (VI), possibile mettere un nut in fessura. Dove il diedrino muore, traversare bassi verso sinistra fino alla sosta. 20/25 metri, lunghezza impegnativa, diciamo il filtro della via. Sosta su 3 chiodi. L3: Salire il diedro (V, vari chiodi e cordoni), superando a metà un strozzatura (1p. V+), poi più facilmente con piacevole arrampicata (IV+) fino ad un terrazzino. Sosta su 2 fix. 30 metri, lunghezza molto bella. L4: Verso sinistra si intuisce dai vari cordoni penzolanti un traverso dal difficile aspetto, in realtà più facile di quello che sembra, giusto la partenza dalla sosta è delicata. Tratto esposto ma di soddisfazione, ben protetto, oltre il quale sopra la testa un vago spigolo porta a una zona con alberi e prato pensile (fare attenzione), cui segue una paretina lichenosa che conduce alla sosta sotto il diedro del tiro chiave. Tre chiodi da collegare. 40 metri. L5: Partenza subito difficile e non protetta, da studiare bene (VI). Questo passo non è azzerabile. Raggiunto il primo chiodo si respira per qualche metro (V+) fino ad un tettino (cordino incastrato in kevlar, un buon chiodo poco dopo). Guadagnare con astuzia il secondo diedro (VI) poi non spegnere il cervello perché le difficoltà calano di poco (V+) e le protezioni si allungano, tratto abbastanza lungo da proteggere e da studiare bene. Passaggio delicato ma ben protetto per raggiungere verso sinistra il terrazzo di sosta su 2 fix + 1 fix dall’aspetto molto dubbio. 30/35 metri, lunghezza simbolo della via, arrampicata in diedro da manuale. L6: Si sale una paretina (IV+) che conduce a un diedro verso sinistra (roccia delicata in entrata), che si segue sempre con arrampicata atletica (IV+) fino alla sosta su tre chiodi posta su una cengetta. Passaggi delicato su toppe erbose per raggiungerla. 30 metri. Tiro ben protetto o comunque facilmente integrabile. L7: Verso sinistra a prendere un diedro rotto (da proteggere, IV) che si sale fino a un cordone, poi traversare a destra qualche metro, vincere una risalto (IV, IV+, cordoni) e un corto diedro poi traversare decisamente a sinistra (non difficile, un cordone nascosto) stando bassi fino a guadagnare una piattaforma dove si trova una sosta su masso cordonato non visibile se non all’ultimo momento. 30 metri. L8: Vincere il successivo muretto (chiodo con cordone, IV), oltre il quale si accede alla zona finale della parete, un mix di muretti e prati gradinati (III) per nulla scontato. Oltrepassato un albero a due rami con cordone a V, si può sostare su cordone incastrato da verificare sotto un risalto di una decina di metri. 40 metri. L9: Vincere l’ultima fatica della giornata (meglio proteggersi, III+ con passaggi di IV e vari blocchi instabili), poi per gradoni ed erba fino alla sosta su pianta in prossimità della scatola con residuato del libro di via. 35/40 metri. Uscire verso destra (Sud) e brevemente per traccia si giunge al sentiero CAI che riporta alla macchina in circa 20 minuti.

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