Pale di San Martino | Cima della Madonna

Spigolo del Velo

Tàpia

Informacions

  • Pale di San Martino
  • Cima della Madonna
  • dallas700
  • 550 m - 13 llargs
  • V+
  • V
  • R2
  • III
  • 25-07-2024

Felicitacions

dallas700: Spigolo del Velo, giornata profondamente alpinistica. A tutti coloro che lo hanno vissuto come una via facile, lineare, non faticosa, senza ostacoli sia in salita che in discesa, possibile in giornata con l'avvicinamento effettuato la mattina stessa dal parcheggio di Malga Zivertaghe dico solo...bravi davvero, anzi mi tolgo il cappello se non addirittura il casco. Qua si esce dal semplice concetto di arrampicata, si entra in un viaggio alpinistico al limite del mistico. Langes e Merlet nel 1920 dovevano essere veramente in grado di arrampicare in libera, sui vari pilastri verticali che si percorrono durante la salita, per poi affrontare la vertiginosa discesa lungo il camino Winkler. Dopo questa breve e doverosa premessa, i nostri avvenimenti partono dall'invito di Gec che qualche anno fa dovette rinunciare alla via causa maltempo. L'infrasettimale allungato di Luglio in Dolomiti ormai è quasi un classico. Questa volta si uniscono anche Ulisse e Walther, quindi si va dai 27 ai 63 anni, in mezzo Gec ed io difendiamo il fortino dei 40 e 50 anni. Ci sono tutte le premesse per una gran giornata. Dopo una cena con la pasta portata da casa al parcheggio, seguono i 908 metri di salita per guadagnare il rifugio. Ci ristoriamo con torta e bevande dopo la grande sudata, poi nella nostra cameretta da quattro cala la notte e fuori cala la nebbia. Al risveglio non è ben chiaro se siamo in Dolomiti o nella bassa padana. Sono cosciente che il meteo non è il massimo oggi, ma nebbie a parte sono certo che sia stabile. Alle 8.30 forse un po' tardivi attacchiamo lo zoccolo. Lo spigolo ci sovrasta sulla testa, Ulisse scalpita come un cavallo al palio di Siena e lo mandiamo davanti. Alla sosta dove finalmente si inizia ad arrampicare, ci raggiungono due cordate straniere. L'alito che sa di sottaceti e sardine affumicate si sente da lontano trenta metri e col senno di poi in caso di nebbia sarebbe stata un'ancora di salvezza nel caso ci fossimo persi. Giunto alla base del tiro chiave, detto variante Zagonel o Steger (che ce ne siano mica poi due?) Ulisse sale a sinistra per poi rientrare a destra con un tiro da 50 metri. Qua di può registrare il primo dibattito della giornata e le prime imprecazioni in aramaico antico tra primi, secondi, terzi e quarti di cordata. Con Gec decidiamo di salire a destra spezzando il tiro e trovando per fortuna la paretina con i tre chiodi nella fessuretta pluridescritta dalle sacre scritture. L'ultimo chiodo invoca di essere trazionato per certificare il V+/A0 prima di lasciarlo per uscire verso sinistra e poi verticalmente alla sosta. Illusi di aver oltrepassato il duro della giornata, ci attende una seconda paretina con chiodi di V grado poi un lungo tratto da proteggere verso sinistra. Giunto quasi in cima al primo pilastro, non sto sufficientemente basso nell'attraversare verso sinistra e quindi siamo obbligati a calarci dalla sua sommità. Sono cinque metri ma si fa presto a perdere venti minuti. Il secondo pilastro è molto verticale, arrampicata esigente tra IV e V grado costanti, grande esposizione. Centoventi metri abbondanti di missile da salire, nel mentre che scaliamo alternati mi viene in mente la frase e il meme di Gec...andremo come dei missili, beh diciamo più o meno. Giunti alla fatidica spaccata tra secondo e terzo pilastro riusciamo per fortuna a non farla! Dal fondo della forcelletta, mi offro volontario confidando dei mezzi leciti (by fair means) a mia disposizione, ovvero il vigliacco da 45 cm e fettucce varie per staffare. Me la cavo meglio del previsto tra il V unto e una pedata sul chiodo, purtroppo pochi metri sopra nel tentativo di annodare un cordino dentro una clessidra finisco le braccia e mi devo pure riposare. Nei cinque interminabili minuti nei quali ho tentato di chiudere il cordino con ogni tipo di nodo compreso quello delle scarpe, se ci infilavo subito dentro il cavo del nut e lo rinviavo avevo già finito. Ma le idee buone spesso vengono al bar, generalmente dopo. Mi riprendo e salgo un ennesimo muro verticale ben protetto, in sosta i compagni del team di punta ci aspettano. Siamo oltre le difficoltà, manco fosse la Messner poco a fianco. Gec si spara un tirone verticale da 50 metri, si intravede la fine. Pochi metri e siamo in cresta, stanchi ma soddisfatti, tra nebbie e sole concente. Esattamente 7 ore e 15 minuti dall'attacco, 13 tiri ufficiali più altri svariati metri di contorno. La temuta discesa ci presenta presto il conto. Mentre al fortunato Ulisse, parente di Gastone cugino furbo di Paperino, va tutto liscio, seguito dal buon Walther, alla cordata dei padri di famiglia si incastrano e ammatassano le corde di continuo. Un'odissea nell'odissea, all'ultimo groviglio tra l'altro frutto di un mio errore da 3 in manovre (cit. Gec!) la materia informe di corde si scioglie nel momento esatto in cui ho mangiato l'ultima perlina del rosario. Alla forcella con il Sass Maor grazie all'aiuto degli altri due iniziamo a scendere più veloci tra canalone e almeno cinque calate in corda doppia. Occhio e croce alle 19.30 siamo sul sentiero verso il rifugio. La scelta tra il ristoro con conseguente lungo rientro totalmente al buio, fa propendere con saggezza verso la discesa immediata verso valle. Ad un orario indecifrabile prossimo alle 21.45 siamo alla macchina. Una pizzeria di Transacqua ci accoglie ai tempi supplementari, meritata pizza e birra degli eroi. Il nostro taxista Walther con la metanocar guida verso la pianura, tra puzze e aliti di ogni genere. L'immancabile ma necessaria sosta per il metano circa a Padova Ovest è in un autogrill con facce degne di "Non aprite quella porta" ma ci può stare, sono quasi le due di notte. Rifletto sul fatto che siamo ancora tutti amici e visto che durante la giornata non sono mancati svariati momenti di tensione, non era un risultato scontato. Mentre gia escono dalle bocche nomi e proposte per le prossime vie, inframezzati da occhi chiusi e allucinazioni da sonno, si sono fatte le 3 di notte al nostro arrivo a Bologna. Dopo i doverosi saluti, trascinandomi le gambe giù per la rampa del garage, penso tra me e me che per lo Spigolo Giallo in Lavaredo avevamo fatto meno fatica, giusto per avere un termine di paragone. Ringrazio i compagni per la bellissima giornata, pur ammettendo in modo obiettivo che è stata, almeno per me, dura e faticosa. Dal punto di vista tecnico mi sento solo di dire che la varie relazioni in rete non sono sempre chiarissime circa la zona del primo pilastro e variante Zagonel. Posso solo dire che L5 inizia da una grande terrazza con clessidra e chiodo cordonati assieme. Da qua, dopo essere saliti una ventina di metri non difficili si deve piegare a destra verso una rampetta, dove si trova la sosta. L6 parte verso destra ascendente fin sotto la paretina con fessuretta e vari chiodi, alcuni con cordino. Salirla e all'ultimo chiodo azzerare per uscire a sinistra. Alcuni appoggi e prese unti. Più facilmente ma con esposizione guadagnare un piccolo terrazzino di sosta (chiodi) sotto una placca chiodata che è la partenza non banale di L7. Per la discesa la soluzione migliore potrebbe essere di non infilarsi nell'intaglio ma eseguire una prima calata dallo spuntone con cordoni con una sola corda fino al primo anello. Da qua una seconda calata con una sola corda al secondo anello. Le lunghezze stanno tra i 20 e 25 metri l'una. Dal secondo anello con 30 metri di arriva a una zona di rocce percorribili forse anche slegati, che seguendo le sbiadite frecce portano dicono a un terzo anello. Noi non lo abbiamo trovato e ci siamo calati da una brutta clessidra circa 35/40 metri sotto al secondo anello, spostata verso nord-est. Dalla brutta clessidra in verticale con circa 40 metri si arriva alla forcella con il Sass Maor. La discesa nel canale verso est alterna tratti di arrampicata facile di II grado a ghiaie. Ogni tanto si incontrano bolli rossi e catene o ancoraggi per eseguire corde doppie da 25/30 metri. In totale mi pare ne abbiano fatte 5/6, sempre inframezzate da tratti a piedi. Come materiali: friends dalla 0.2 BD fino al BD giallo e nuts piccoli. Cordini aperti per le clessidre + fettucce, per il resto NDA. Alcune lunghezze sono molto lunghe e tra protezioni presenti e veloci da mettere, è facile arrivare a 12 rinvii in uso

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