Monte Cimo - Brentino | Pala del Boral

Spigolo del Quarto Sole

Multipitch

Informations

  • Monte Cimo - Brentino
  • Pala del Boral
  • dallas700
  • 200 m - 8 pitches
  • 6b
  • 6b
  • S2
  • II
  • 16-11-2018

Congratulations

dallas700: Brentino...dove niente è banale e scontato. Brentino...dove ogni volta si paga il prezzo dell'incognita e dell'avventura. Un po' di storia. Novembre 2011, prima volta a Brentino, Via Silvia. Facemmo abbastanza tardi, ma per fortuna senza nessun problema trovammo il sentiero di discesa. Non avevamo la frontale, ando' bene così. Sotto la via facemmo uno strano incontro con due cani neri come cerberi che ci accompagnarono in discesa fino al salto roccioso attrezzato con i canapi. Rimasero là a guardarci dall'alto, come custodi di quel mondo sospeso. Dicembre 2014, Desiderio Sofferto, quando la malsana idea di arrivarci da Castel Presina ci fece pagare lo scotto di un lungo avvicinamento, ma anche quella volta trovammo il sentiero per scendere giù oltre la Pala del Boral. Giugno 2016, un pomeriggio su 31 Agosto al Boomerang. Causa temporale estivo appena terminato, umidità amazzonica per arrivare all'attacco. Causa vari tiri bagnati ovviamente facemmo tardi, e la traccia di discesa non la vedemmo. Quindi giù a piedi per il sentiero CAI fino a Tessari e lungamente nel buio fino alla macchina parcheggiata in località Turan. Dopo un fortunato intermezzo su Evitando El Frio nel dicembre 2016 (andò tutto bene...da non credere..), questa mattina mi ritrovo nuovamente al parcheggio del cimitero di Brentino. Intanto di cosa parliamo....la via predestinata era lo Spigolo del Quarto Sole. Non proprio sul mio grado, con coscienza avevo accettato di uscire dalla zona comfort. Partiamo dalle previsioni del tempo. Doveva esserci il sole.....si certo..peccato che arrivava fino alla rotonda di Affi. Sopra di noi incombe un cielo grigio e nuvole per fortuna innocue, ma lo zero termico è già sceso a 1800 metri. Il pallone giallo non riuscirà a sfondare, giusto alcuni raggi tardivi verso le 15. In modo preventivo, visto i trascorsi, mettiamo tutti la frontale nello zaino. Allegro avvicinamento verticale da 45 minuti, circa alle 10.15 siamo all'attacco. Il clima è festoso, ma il primo tiro con il suo tettino fa già da termometro della giornata. I nostri soci “forti” procedono più velocemente, io e Gec siamo più meditativi e perdiamo un po' di terreno. Tra cucci, spintoni e qualche innegabile exploit guadagniamo la sesta sosta. Gec attacca il tiro seguente, tra l'altro uno dei più difficili (6b), che sono le 15. Il sole ci saluta e se ne va a fare merenda sul Garda, circa alle 16.20 siamo in cima alla via, dove gli altri ci aspettano da un po'. Per la discesa ci sarebbero 5 doppie sulla via a fianco, ma io mi faccio paladino di sapere la discesa su sentiero per tornare all'attacco, dove abbiamo lasciato uno degli zaini con un po' di cose dentro (il mio). Ma le frontali le abbiamo con noi, per fortuna! Sembra un gioco da ragazzi, ormai è fatta....e invece...questo cavolo di sentiero dove mi ricordo in modo distinto un ghiaione, non si trova che non si trova. Come volatizzato. Salta fuori un piano B. Se si continua verso Nord si arriva verso il Santuario della Madonna della Corona, per poi scendere al paese di Brentino sull'eterna ma sicura Scalinata dei Pellegrini. Questo è uno scenario sicuro, ma allo stesso tempo lo zaino giace sull'alberello 200 metri più sotto. Vince, giustamente, il piano B. Improvvisamente calano le tenebre, è buio pesto. La discesa va abbastanza spedita e senza ulteriori intoppi. Giunti alle 18.35 al cimitero, con Gec ripartiamo subito in salita dopo aver scaricato un po' di roba a riprendere quello zaino comprato nel 2003 a Yosemite, già messo nel bidone due volte e ritirato fuori per compassione. Non potevo lasciarlo là...Alle 19.25 lo troviamo alla luce delle frontali. Gli amici sono andati giustamente a farsi un toast e una birra dalla Gigia, noi ci godiamo (si fa per dire...) questo isolamento notturno brentiniamo, e facciamo in fretta a “fare quelli che andiamo”, non si mai che saltano fuori i famosi cani. Ore 20.00 circa sbuchiamo fuori dal vigneto e ci aspetta alla macchina un bel toast caldo che gentilmente ci hanno preso per noi. Alle 21.45 siamo a Casalecchio, saluti e ognuno a casa con la sua fetta di avventura e di arrampicata. Adesso che vi siete dovuti sciroppare questo spero divertente e istruttivo racconto, parliamo un po' della via. Questa volta sarò veramente sintetico, varie relazioni in rete, inutile una descrizione dettagliata. Il grado massimo della via non e' solo 6b, ma 6b unito ad alcuni passi di A0-A1. Non me la vengono a raccontare che il tettino del primo tiro in libera si fa col grado dichiarato. Suonata quindi la sveglia su L1, il secondo tiro è molto bello, dopo un traverso verso destra su placca c'è una difficile alzata dietro lo spigoletto (un chiodo vecchio - che se si vola arriva nei denti - aiuta la psiche). Una fessurazione a destra tiene il grado gestibile, riuscendo comunque a rinviare i fix fino a quando bisogna abbandonare le certezze e godersi quelle gocce che vi accompagneranno anche per tutto il traverso verso sinistra, fino alla scomodissima sosta appesa sopra un tetto. Il vuoto non manca. Terzo tiro che parte con bella arrampicata (utili friends piccoli per spezzare un tratto lungo tra i fix) fino a dover affrontare la brutalità del secondo tetto di 6b della giornata. Staffando si passa, solo con A0 è dura (6b molto atletico o 6b con A1). Quarto tiro orribile nel bosco, che se lo avesse fatto Grill avrebbero gridato allo scandalo (4a). Quinto tiro lungo e impegnativo, quello della fessura tecnica e continua di 6a+/6b. Per andare a prenderla bisogna superare una pancia povera di appigli, nella spaccatura a destra una grossa scaglia da tirare è buona e non si muove. E' bene avere i friends (6a+/6b). Al sesto tiro invece dopo pochi metri dalla sosta la scaglia cubica si muove davvero e non starà lì a lungo, fare attenzione e trovare una soluzione per by-passarla. Anche le lame appena più in alto a destra fanno gling-glong. Contento di essere arrivato a S6...senza un souvenir in mano (6a). Settimo tiro che parte impegnativo, per poi dare il massimo sulla pancia strapiombante che più si riesce a stare a destra e meglio è. Segue spigolo favoloso con vari passaggi con obbligato alto, andando un po' a destra e sinistra ne esce una stupenda arrampicata (6b). Ottavo tiro da antologia del 5c, dove tra lame, buchi e fessure non ci annoia, anzi vietato dormire, qualche fix lungo, friends utili (5c). Questo è tutto, buon divertimento per chi andrà a farla...anche per la discesa. La via non mi ha convinto del tutto, ma col senno del giorno dopo sono contento di essere tornato (ma anche rientrato..) da Brentino. In alternata con Gec. Io ovviamente mi ero preso i tiri più facili perchè mi ero spacciato per “l'esperto” della discesa...stendiamo un velo...oggi è andata così...

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