Dorsale del M.Cordespino | Spalti di Tessari

I Tre Pilastri (Tessari)

Multipitch

Informations

  • Dorsale del M.Cordespino
  • Spalti di Tessari
  • dallas700
  • 300 m - 10 pitches
  • 6a
  • V+
  • R1
  • II
  • 08-01-2020

Congratulations

Congratulations from: cruks

dallas700: Premesso che a me “I Tre Pilastri” sono piaciuti, partiamo subito con una precisazione tecnica. Nonostante il grado dichiarato dagli apritori sia “6c o A0” in un passaggio all’inizio del traverso del terzo pilastro, non mi sembra corretto riportarlo come grado massimo in quanto questa via non passa mai il 6a e il passaggio di 6c è da azzerare e basta (cordone già in loco). Sono pienamente convinto che l’intenzione degli apritori che hanno trovato con fiuto e logica il passaggio nella parte alta della parete, non sia stata quella di porre un filtro per i ripetitori, bensì la logica conseguenza di superare una placchetta estremamente liscia di tre metri, richiedendoci un semplice passaggio di A0 all’interno di una bellissima lunghezza di 5c. Da quello che ho letto sul libro di via (già una quindicina di ripetizioni in due mesi!) l’opinione è più o meno la stessa. Quindi in sostanza l’itinerario ben si propone a coloro che cercano un mix tra classico e moderno, lunghezze molto belle alternate ad altre di semplice trasferimento, chiodatura mista chiodi e fix, dislivello e sviluppo già interessanti, arrampicata senza patemi a patto di muoversi bene sul V+, possibilità di uscire in cima sulla panoramica dorsale del Cordespino. Sono pronto a scommettere che questa salita diventerà in breve molto popolare e ripetuta. L’itinerario raggiunge i 300 metri di sviluppo, visto dal parcheggio di Tessari sembra comunque più lungo di quello che effettivamente è. E’ ovvio che i tratti facili tolgono molto alla continuità della via, ma le lunghezze belle ripagano di questo difetto. La relazione originale (la si trova in rete, basta inserire il nome oppure “V per Valdadige” sul motore di ricerca) conta dieci tiri di corda, ma il terzo e il quarto si possono unire per risparmiare tempo e rendere più fluida l’arrampicata. Sui tiri più facili è necessario fare attenzione che qualcosa si muove ancora, mentre sul resto dell’itinerario la roccia è sicura e ben ripulita. E’ necessario integrare le protezioni sul placcone del “secondo pilastro”, qualche pianta e clessidre sono presenti, ma utile una serie di nuts (che non avevamo…) piuttosto che i friends che mi sono sembrati poco adatti alle fessurazioni presenti. Questo vale anche per i tiri del “terzo pilastro” dove comunque la chiodatura è ottima a fix e chiodi, a distanza da falesia sui tratti più impegnativi. Portare cordini e fettucce. Non mi addentro in una relazione specifica (peraltro presente), giusto alcune note sulle lunghezze più interessanti. L1, tiro di partenza subito tecnico e mai banale su roccia più simile alle arenarie dell’alta Val Marecchia (RN) che non al calcare, passaggio intenso a metà ma protetto benissimo. 5c. L6, la placconata del “secondo pilastro”, roccia superlativa, utile integrare. Se si rimane sulla verticale della fessura centrale sicuramente 5b. L8, partenza da placchisti poi bella arrampicata verticale su roccia articolata. Sul finale una placca tecnica sormontata da un piccolo arco presenta i passaggi più impegnativi, dalla quale si esce verso sinistra per guadagnare la sosta. 5c, forse un passo 6a. L9, si utilizza il cordone per passare in A0 la liscia placca, a seguire tutto il resto dell’aereo traverso verso sinistra si può percorrere in libera con entusiasmante arrampicata. Usciti dalla zona sotto al tetto, ci sono altri 20 metri di traversata ascendente verso sinistra per raggiungere la sosta. 5c e 1 passo di A0. Il grado vale anche per il secondo di cordata, tenere in considerazione… L10, muro solo apparentemente appoggiato e incastonato tra due diedri, parzialmente da proteggere all’inizio. Lunghezza interessante, passaggi mai banali, V classico. Ho dato tre stelle perchè così l'ho vissuta, due sarebbero poche. In una bella giornata di sole con venticello frizzante, mentre la Pianura Padana era intossicata da nebbia e smog. In alternata con l’inossidabile Daniele, che si fida sempre delle mie proposte.

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