Moiazza | Pala delle Gigia

Benvegnu'

Multipitch

Informations

  • Moiazza
  • Pala delle Gigia
  • dallas700
  • 300 m - 9 pitches
  • V
  • V
  • R2
  • II
  • 24-06-2023

Congratulations

dallas700: Quando un amico chiama per una boccata di ossigeno in montagna, vedo nel limite del possibile sempre di organizzarmi. Stavolta addirittura non c’era neanche l’incognita del meteo, che in genere quando andiamo via assieme è una costante se non una certezza. Quindi la ricerca della finestra di bel tempo questa volta è stata sostituita dalla ricerca della “via” da salire. Credo in tre giorni di aver sfogliato tutto il librame che ho a a casa, per non parlare poi delle ore su internet… Per un motivo o per un altro che non sto ad elencare, già confidente di aver la soluzione davanti agli occhi senza vederla, il nome e il luogo non veniva fuori. Ad un certo punto, già molto avanti con le allucinazioni, prima ho capito che la Moiazza era il giusto compromesso poi lo sguardo è caduto su questa via che non avevo ancora percorso qua in zona. Inizialmente titubante per via della scarsa chiodatura, mi sono convinto grazie ad alcuni scritti e immagini che ne descrivevano l’esperienza positiva. La Benvegnù e’ una consigliabile arrampicata classica in ambiente superlativo tra fessure, diedri e camini. Pochi i chiodi presenti sulle lunghezze di corda, si integra abbastanza facilmente ma non sempre dove si vorrebbe....Soste tutte attrezzate, alcune anche con cordone e maglia rapida. Indispensabile una serie di friends fino al BD 3, nuts medio-piccoli, cordini e fettucce anche lunghe, qualche chiodo per ogni evenienza. Scalando lo zoccolo iniziale sul suo spigolo sinistro, si aggiungono due tiri di corda perfetti come pre-atletico per la parete che segue. La via è abbastanza logica ed evidente, ma le numerose biforcazioni che si incontrano lungo il percorso richiedono l'intuizione giusta per approdare alle soste ufficiali. Nonostante l'affollamento sulle vicine vie delle Torre Jolanda, sul nostro percorso c'eravamo solo noi. In una giornata dal meteo perfetto per arrampicare. Dolomiti Zoldane sempre meravigliose, da tornarci. Con Gec, con partenza alle ore 6 dal parcheggio Metro di Castelmaggiore e rientro alle 21, con il Boeing 737 a forma di furgone. L’avvicinamento, come presente nelle relazioni disponibili, è corretto e porta via un’ora. Giunti sotto lo zoccolo vero e proprio, con le pareti della Pala della Gigia e della Torre Jolanda sopra la testa, risalire un ghiaione a sinistra fino a guadagnare il bordo sinistro dello zoccolo, dove questo va a chiudersi in un ulteriore diedro-canale con mughi. Attacco in corrispondenza dello stondato spigolo di roccia chiara. Relazione: L1: salire lo spigolo, all’inizio verticale, poi cercando i passaggi meno invasi dai mughi. Qualche clessidra, una con vecchio cordino. Ci sono due possibilità di sostare su clessidra, la prima non cordonata a 50 metri (meglio abbinarla a uno spuntone), la seconda attrezzata a 60 metri circa. III, III+. L2: facilmente in verticale fino sotto la parete vera e propria, da ultimo leggermente a destra per andare a sostare su un golfare resinato, alla base di una parete fessurata che più sopra presenta un muretto strapiombante affiancato da un diedro. 55 metri, III, II. L3: salire per una vaga fessura (III+), fino a rimontare il muretto (V-) direttamente o tramite il diedro (proteggersi un po’ prima). Ora si perviene in un diedro camino, non farsi invogliare dalla prima biforcazione verso destra (bel diedro di roccia chiara) ma proseguire ancora 8 metri fino a quando si intravede la possibilità di spostarsi a destra. Un corta fessura (chiodo poco visibile a destra sulla placca) conduce alla comoda sosta su 2 chiodi e cordoni. 45 metri, IV, V-, IV+. L4: si sale il bel diedro non facile, fino ad un chiodo ottimo (parecchi metri dalla sosta). Ora si dovrebbe andare direttamente a vincere lo strapiombo solcato da una larga fessura, ma visto che da sotto pareva per nulla protetto, siamo usciti con più sicurezza verso destra (V-), poi per paretina (1 cls con vecchio cordino) fino alla sosta, dove c’è un robusto chiodo a tubo con anello eventualmente da rinforzare. 35 metri, IV+, V-. L5: continuare per il camino-fessura, poi sui muretti alla sua sinistra (clessidre) fino a una comoda sosta su 3 chiodi. 25/30 metri, IV-,III+. L6: per facili rocce si perviene alla cengia mediana, spostandosi poi svariati metri verso sinistra fino ad una comoda sosta su 2 fix collegati con vecchio cordone e maglia rapida. 25 metri, III. L7: salire direttamente il muretto sopra alla sosta, o più facilmente a destra, fino sotto ad una fessura strapiombante (chiodo). Non salirla ma deviare a destra, a prendere una zona fessurata più semplice che conduce ad un pulpito. Un muretto (chiodo arrugginito in fessura orizzontale) si vince verso sinistra in esposizione (bello), cui segue un corto diedrino (chiodo) che porta alla base di due fessure parallele (ottime clessidre). Attaccare quella di sinistra, poi andare subito a prendere quella di destra (chiodo, roccia stupenda), fino a pervenire a una comoda sosta su 2 clessidre già collegate con cordone rosso. 40 metri, IV, IV+. L8: con breve traverso a sinistra si va a prendere un camino nascosto inizialmente ghiaioso con blocchi incastrati (buoni per proteggersi con fettucce lunghe) che man mano diventa più difficile e verticale (chiodo). Giunti al primo tettino, uscire a destra (forse un chiodo) a prendere un corto camino-fessura (clessidra) che porta alla comoda sosta su due fix un po’ alti (appena sotto c’è una sosta con 1 chiodo e clessidra). Tiro bello ma esigente. 35/40 metri, IV, IV+, V-. L9: per ghiaie portarsi sotto al grande portale scenografico formato da un obelisco incastrato. Vincere con decisione il masso che sbarra il canale (scivoloso, IV+), poi portarsi dopo qualche metro ulteriore sulle ghiaie sulla stupenda parete di sinistra (roccia da 10+ in pagella), che si percorre fino in cima alla pala (clessidre). Sosta con 1 fix + chiodo, cordoni rossi. 55 metri. IV+, IV, III. Discesa: seguire fedelmente gli ometti, prima transitando nei pressi della traccia di uscita della T.Jolanda, poi decisamente a sinistra alla base di una impressionante parete. Segue una crestina con mughi che conduce (canalino) ad un’altra banca inclinata di ghiaie. Ora risalire a destra (Sud-Est) fino a una forcella, che poi si lascia per scendere un lungo canale (passi di II) che porta alla base dello zoccolo della T.Jolanda (sulla verticale della via Supersoro). Ora a ritroso per il percorso di avvicinamento fino a Passo Duran (2 ore dall’uscita della via). Discesa non difficile ma che richiede attenzione.

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