Gran Sasso - Corno Piccolo | Prima Spalla - placconata Nord-Est

Attenti alle Clessidre (con varianti..)

Multipitch

Informations

  • Gran Sasso - Corno Piccolo
  • Prima Spalla - placconata Nord-Est
  • dallas700
  • 300 m - 8 pitches
  • IV+
  • IV+
  • R2
  • II
  • 06-07-2023

Congratulations

dallas700: L'occasione di un amico al mare....fa l'uomo che arrampica. E così ci ritroviamo in questo ambiente stupendo quanto mai surreale, a scalare su questa placconata enorme che conduce verso il cielo, che vista già dal parcheggio della cabinovia fa intuire che la giornata sarà lunga, che è montagna vera al di là dei commenti riduttivi che si trovano in alcune relazioni. Incredibile il freddo e il vento preso a inizio via, poi miracolosamente il sole ci ha accompagnato per tutta la giornata. Per fortuna che non avevamo scelto una via in ombra piena, se no probabilmente avremmo dovuto rinunciare...Dalla cima poi, dove aver percorso l'aerea cresta, si può in breve raggiungere la cima del Corno Piccolo per la via normale, quota 2655 metri, dando un valore aggiunto alla via appena percorsa. Se poi si aggiunge tutta la discesa per la normale, la risalita alla Sella dei Due Corni, la merenda al Rifugio Franchetti, e la eterna discesa fino al parcheggio a piedi, allora la giornata è proprio completa. In una splendente giornata di luglio con Gec....ma nella quale - ovviamente - come da tradizione consolidata durante le nostre uscite, qualcosa di misterioso ci deve sempre accompagnare. Oggi posso citare lo stambecco che ci osservava dall'alto durante l'avvicinamento, poi scomparso nel nulla. Durante la discesa dal rifugio, siamo stati avvolti in pochi istanti da una fitta nebbia, al punto che giunti all'iconico passaggio nel tunnel formato dai due massi appoggiati, lo stambecco è ricomparso, soffiando anche un po' scocciato. A seguire causa visibilità nulla non siamo riusciti a scendere sotto la cabinovia, giunti all'Arapietra appena risorta dalle nebbie, ci siamo infilati in un bosco di faggi che pareva non finire mai, finalmente ad un certo punto siamo arrivati davanti al Caffè della Baita (o della Bazza come ipotizzato già al mattino...). Non appena giunti al furgone e aperto il portellone, dal nulla come risorto dall'asfalto si è materializzato un pastore macedone (non un cane, un pastore di mestiere...) con la chiamata di whatsapp fuori uso. Gec, in preda ai dubbi di un finale sanguinoso, addirittura si è improvvisato tecnico di telefonia. Poi il pastore come comparso, se ne andato scomparendo con la sua cassettina in mano imprecando con discrezione dietro alla nostra incapacità. Insomma anche oggi...abbiamo fatto giornata! Provo quindi a redigere una relazione senza nessuna presunzione, in quanto “si dice in giro” che chiunque abbia ripetuto questa via più volte non sia mai riuscito a seguire lo stesso percorso, mi trovo assolutamente d’accordo con questa affermazione. Lungo il percorso si trovano svariate clessidre già cordonate, ma non è detto che siano quelle giuste da seguire! Idem vale anche per alcune soste che non si capisce mai se sono di salita o per le doppie di discesa. Insomma un vero labirinto. Rarissimi i chiodi, oltre alle soste ne abbiamo visto solo uno. Portare numerosi cordini anche aperti per le clessidre (meno numerose di quello che si potrebbe pensare), una serie completa di friends fino al BD 3, microfriends. Inutili i nut. Avvicinamento: dalla stazione a monte della cabinovia e Madonnina, salire verso il Rifugio Franchetti per alcuni minuti, poi prendere a destra per il Sentiero Ventricini (indicazioni). Percorrerlo fino ad una sorta di sella sotto la verticale della parete nord della Prima Spalla. Sulla sinistra si stacca una traccia (due ometti) che con percorso poco evidente e da cercare porta verso lo spigolo nord della Prima Spalla (passaggi di II grado). Poco dopo averlo aggirato, si perviene al Canalone Sivitilli (neve!) e ad una comoda cengia alla base dello zoccolo che costituisce il primo tiro del nostro percorso. Presente un vecchio cordone grigio logorato e non affidabile su una clessidra. 70 minuti. L1: facilmente per rocce gradinate (clessidra con cordoni e maglia rapida poco dopo la partenza), con andamento in diagonale verso sinistra. Si oltrepassa un canale-camino (in basso si nota un’altra sosta) e con deciso spostamento a sinistra si perviene ad una comoda cengia con clessidra cordonata (arancione) e spit di sosta. 45 metri, III. L2: prima verticalmente poi leggermente a sinistra fino ad una successiva sosta con cordoni grigi su clessidra e fix. 40 metri, III+, IV-. L3: in questo punto si è nel bel mezzo nel nulla. A sinistra non si vedono cordoni anche se probabilmente è percorribile. Sulla verticale invece si nota un cordone grigio su clessidra. Lo si raggiunge (IV+) , poi si prosegue leggermente a destra (qualche clessidra da cercare, IV) fino ad zona con due nicchie. In quella di destra c’è una clessidra buona per affrontare il difficile traverso leggermente ascendente a sinistra non proteggibile. Sezione delicata (anche V-). Si perviene quindi sotto a una cornice, che si risale (facile, III+) fino a guadagnare una comoda cengia dove si trova la sosta con cordoni su clessidre (uno è arancione….domani chissà) e maglia rapida. 55 metri, IV+, V-. Tiro bello, molto lungo ma di difficile individuazione. L4: verso l’alto appare chiaro che una continuazione sarebbe possibile ma siamo troppo a destra nella placconata. Pertanto scegliamo di seguire la cengia discendente verso sinistra fino ad una sosta con cordone rosso e fix, posta in una sorta di impluvio a Y. Circa 30 metri, II. L5: Si sale a sinistra su terreno non difficile (III+) aggirando un muro verticale, per poi salire verticalmente (IV) fino a una sosta su clessidra non eccezionale, rinforzabile con un friend piccolo. Sulla sinistra si vede una stondata fessura che sale dal fondo del canale, con andamento in diagonale verso destra. 35/40 metri. II+, IV. L6: salire verticalmente su bella roccia lavorata (IV, clessidre) puntando verso la fessura a sinistra (sosta intermedia, due spit datati) senza raggiungerla. Scalare sul suo fianco destro (clessidre), solo da ultimo in vista della sosta salirne alcuni metri. Sosta su clessidra collegata a un chiodo, appena sotto un piccolo strapiombo. Arrampicata di soddisfazione e ben proteggibile. 50 metri, IV, alcuni passaggi di IV+. L7: superare il muretto tramite la larga fessura che lo indice, seguirla poi (1 ch.) con difficoltà decrescenti fino alla sosta con catena e anello di calata, alla base di un diedro-fessura. 40 metri, IV poi III+. L8: salire la bella fessura (clessidra, IV-) che si adagia dopo una quindicina di metri. Segue una sezione più verticale e impegnativa (friends grandi necessari) su roccia non solidissima nella faccia sinistra. Da ultimo si esce lungamente su terreno facile puntando ad un intaglio. Sosta pessima su spuntone. Meglio, al termine della fessura, puntare per placche verso sinistra dove sotto la cresta si rinviene una sosta con catena e anello di calata. Arrampicata in fessura molto interessante. 60 metri, IV, pass. IV+. Noi abbiamo optato per la discesa lungo la via normale, che si raggiunge percorrendo con attenzione la cresta verso sud (fare attenzione, breve caminetto in discesa di III). Raggiunta una sella con segnavia, conviene investire una mezzora A/R per raggiungere la panoramica cima del Corno Piccolo 2655 m. Segnavia a sinistra di una profonda fenditura. A ritroso fino alla sella, poi seguire i bolli della via normale che lungamente verso sud-ovest/sud conducono verso la Sella dei Due Corni. Giunti fuori dal percorso roccioso, scegliere se rientrare per il Ventricini (destra) o salire alla sella sopracitata (150 metri D+ circa), quindi raggiungere il Rif.Franchetti e da qui alla cabinovia (soluzione decisamente più lunga ma molto remunerativa per i panorami).

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