dallas700:
Dopo anni facendo finta di ignorare Ceraino, è giunta l'ora di andarci. Ero già certo di una cosa, ovvero che i gradi dichiarati erano stretti e mi serviva qualcuno che si prendesse in carico le parti più dure. E Ulisse ha subito abboccato. Quello che invece non sapevamo, è che se a Bologna ci sono 32 gradi, a Ceraino è addirittura più caldo e umido. Niente venticello fresco dell'Adige, quello che puoi trovare più in alto a Castelpresina o Tessari. Le pale eoliche sono ferme inchiodate, allo spiazzo di parcheggio nei pressi della famosa pozza non si respira. Girato l'angolo alla zona pic-nic più o meno uguale. L'Adige è ancora alto, limaccioso e minaccioso, l'attacco della via è molto vicino all'acqua, e per chi ne ha paura come me non è una gran cosa. Non ci saranno gli alligatori, ma qualche pescegatto dall'odore me lo immagino mentre esce dall'acqua e mi morde un dito. Saranno allucinazioni date dal caldo, ma molto utili per farmi partire velocemente sul primo tiro e scavarmi da questo ground lacustre. 15/20 metri su placca di 5c, un passo di 6a in partenza. Si sosta sul cavo, anello in loco. Seconda lunghezza di 40 metri, quella chiave, dove prende il comando Ulisse. Muro fessurato di difficile interpretazione, un passo o due di 6b ci sono senza ombra di dubbio oltre al 6a praticamente costante, i fix (recenti inox M12) sono a metà strada tra S1 e S2, comunque bisogna andare. La seconda parte del tiro propone una roccia strepitosa a gocce e lame, sul finale riverticalizza con uno strapiombetto da cui si esce alla catena di destra. Il terzo tiro del traverso, affrontato da secondo, mi è sembrato quasi più impegnativo del precedente, pochi piedi e spesso in spalmo, 6a+ ci sta tutto. Gli ultimi metri in verticale e il conseguente spostamento a destra danno un po' di respiro. 30 metri di roccia di gran qualità. Con questo tiro si arriva alla base del diedro bianco, se non siete arrivati qua, vi siete sbagliati. Quarto tiro che parte verso destra (non nel diedro) su una placca a gocce, buchi e lame inizialmente godibilissima 5b/c, poi un tettino arrotondato presenta un passo ostico decisamente più duro che spezza l'armonia (6a/+). Anche l'arrivo in sosta è da capire, dita buone e fiducia sui piedi. 25 metri. Rimane l'ultimo tiro, mi offro volontario più che altro per allontanarmi dalla musica del telefono del collega alpinista. Prima il cane che abbaiava mentre ero sul traverso calcolando la trigonometria del pendolo, poi il vecchio Scania che ruggisce sulla SS12.....ora pure Baila Morena che urla dallo smartphone! Parto per ritrovare un po' di silenzio, il quinto tiro è richiodato di fresco (sempre M12) ma la distanza tra i fix è invariata rispetto ai precedenti. In qualche modo mi organizzo in stile classico sfruttando il fondo del diedro all'inizio, poi strapiombetto e diedro finale molto tecnico. Ci ho provato e sono riuscito, non scontato ultimamente. 25 metri 5c con qualche passo di 6a. Ah benon dai, anche questa è andata, un po' sofferta per il caldo e i gradi ma era un must farci un giro sopra. Discesa verso destra (nord-ovest) tra ometti e gialli bolli sbiaditi, segue vertiginosa ferrata in zona Scivoli perfetta per le mani bagnate di sudore. Ci scaviamo in fretta da questa sauna e puntiamo su Rivoli, dove una fontana zona Scuole è rigenerante. Manca solo una zona....quella del mangiare e bere. Visto che il mitico Frenko è chiuso, andiamo dalla Micky dal Giglio. Posto super consigliato, siamo stati benissimo, meritava farci notte fonda. Materiale: 15 rinvii, due fettucce, due ghiere a testa. Tutte le soste sono su catene già pronte con anello. Due friends BD tipo tra grigio-verde-viola possono venire comodi sotto allo strapiombetto del quinto tiro.