Corna Rossa - Brenta | Torrione SAT

Via Nella Detassis

Multipitch

Informations

  • Corna Rossa - Brenta
  • Torrione SAT
  • dallas700
  • 200 m - 8 pitches
  • V+
  • V
  • R2
  • II
  • 14-07-2024

Congratulations

dallas700: Prima volta in Brenta a scalare, considerando che ho 50 anni, potevo venire anche prima. L’idea era quella di iniziare con una via sportiva di grado basso e ben chiodata, poi mi sono detto che il viaggio non valeva la candela e mi sono ritrovato alla ricerca di qualcosa di classico. Quella brutta (o bella..) abitudine di voler giocare con chiodi e friends e mettersi sempre un po’ alla prova. Tra le due vie di Detassis qua in zona Corna Rossa, ho optato per quella più semplice, sul Torrione SAT. Devo dire che il facile è molto relativo, non tanto sulla via stessa ma come giornata in generale. Se si parcheggia a Vallesinella, bisogna mettere in conto un avvicinamento di un’ora e mezza abbondante, pure ripido ma comunque agevole nel finale. Sono 600 metri, non una cifra assurda ma neanche una passeggiata. Anche il ritorno, toccando base al Rifugio Graffer per la merenda, porta via la sua fetta di pomeriggio. Oggi sono in compagnia di Hanna, per la temuta via lunga annuale, che suona un po’ come la corsa ciclistica organizzata dal visconte Cobram nei film di Fantozzi, dove è bene se non consigliato partecipare. Poi vabbeh non è proprio così, ma purtroppo nella scelta di stavolta non ho considerato del tutto lo scarso allenamento che abbiamo di gambe e un po’ ne abbiamo risentito. Torniamo ai fatti, circa alle 10 siamo all’attacco e prendiamo il numerino per il banco della gastronomia. Per la via Nella Detassis abbiamo il numero 3 e siamo pure in ombra, visto che la via è a sud-est non te lo aspetti neanche e fa freschetto. Nel frattempo perdo anche un cordino, cerco e ricerco in terra e non lo trovo, a questo punto l’unico scenario possibile è che la marmotta sia uscita dalla tana e se lo sia fregato. Calcio d’inizio alle 10.50, più o meno seguendo la cordata delle due ragazze che ci precedono. I primi due tiri non sono un granchè, poi tra spigoli e traversi si arriva alla terrazza con il grande mugo, da cui si scende verso destra alla sosta sotto il tiro chiave (per noi il quinto, seguendo le soste a fix che dettano il passo). Ho trovato questa lunghezza piuttosto impegnativa (V+ in partenza, poi V), nettamente più dura del resto della via, che in genere si aggira sul IV grado solido e alcuni passaggi di V. Primi metri impegnativi e aggettanti, tra primo e secondo chiodo non si può comunque invocare l’A0 e quindi non vanno presi sottogamba. A seguire il diedro diventa più appigliato, ma riserva ancora un duro muro giallo fessurato ma ben chiodato, arrampicata atletica. Da qua alla sosta necessario avere dei friends per proteggersi, uscita esposta verso destra ma non difficile. La via adesso prosegue sostanzialmente sullo spigolo, a parte lo spostamento a sinistra (8 metri) della settima lunghezza, dove si segue una cengetta con inizialmente un prato all’inglese. Individuare il muretto protetto da un chiodo ben visibile, poi verso destra in modo ascendente riguadagnare il filo dello spigolo. Diciamo che oltre il tiro chiave, ogni 25/30 metri si trovano due fix di sosta (uno con anello) sullo spigolo in corrispondenza di comodi terrazzini. Le ultime due lunghezze si possono unire guadagnando un po’ di tempo, si sosta in cima su fix. L’orologio segna le 14.40 e siamo entrambi in cima, quasi 4 ore. Ci eravamo fatti l’idea di levare le tende in fretta da qua, peccato che nelle relazioni non è ben chiaro il trappolone della discesa, o meglio si parla di corda doppia consigliata ma non dice in che direzione. Nell’aggirare il cucuzzolo sommitale da ovest, abbiamo gia’ oltrepassato due ancoraggi per possibili doppie (fix con cordone bianco e maglia rapida) ma non ci fidiamo perché sembrano portare nel vuoto del canale che ci divide dal primo torrione. Giunti sul lato nord, in lontananza vediamo il rifugio ma non ci è ben chiaro come abbandonare questa torre. Di fare il salto della spaccatura (citata in rete…assurdo!)… non se parla, o fai parkour oppure ci si lasciano tutti i denti oltre a caderci anche dentro. Verso est un’espostissima discesa di qualche metro non assicurata e seguente traverso permette di arrivare alla terra ferma, dove c’è uno spuntone caratteristico con due cuspidi squadrate. Da qua poi più facilmente a una forcelletta con canalino che porta fuori dai pasticci. Pochi ometti sul percorso descritto, io credo ma non l’ho verificato, che dall’uscita della via, raggiunto un evidente ometto, si debba fare una corda doppia di 25 metri (forse meno) lato ovest che deposita su una cengia, poi da qui al prato. Prendere informazioni in loco o forse sui libri più nuovi è descritta con questa modalità. La discesa per il sentiero 382 (imboccarlo dal Graffer) attraversa dei bellissimi prati con ogni specie di fiori e rododendri, ambiente incontaminato. A quota 1900 metri si giunge al tornante da cui al mattino ci eravamo staccati per seguire la traccia sotto gli strapiombi gialli che conduce all’attacco. Da Malga Alta di Vallesinella conviene investire una mezzora in più e scendere per il sentiero delle cascate, davvero maestose, assolutamente da vedere. Insomma abbiamo fatto giornata con una decina di ore in giro, grazie Hanna per l’impegno! Alcune note sulla salita. Portare friends piccoli e medi fino al rosso BD, anche qualche nut piccolo sicuramente utile. La sosta del primo tiro al termine del camino ha il fix basso che gira a vuoto, fidarsi una cosa giusta. Del secondo tiro non ci ho capito niente, la fessura di cui si legge più o meno ovunque mi è sembrata poco invitante e sono salito a destra in parete. La seconda sosta è alla base di un diedrino nero aperto. La terza sosta è sul filo dello spigolo, cui segue il primo dei due spostamenti a sinistra. La sosta sotto al tiro chiave è l’unica su chiodi. Poco più a destra c’è quella della Via dell’Arma. Fare attenzione a rimanere sempre sul percorso della via in quanto a sinistra si incontrano spesso cenge e terrazzino con svariati comodini in bilico. Come impegno giornaliero complessivo si potrebbe paragonare, anche se siamo ben lontani da qua, a una via di grado analogo sulla bastionata sud dei Lastoni di Formin con partenza dal tornante sotto Malga Giau.

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