Monte Cimo - Brentino | Pala del Boral

San Valentino

Grandes voies

Informations

  • Monte Cimo - Brentino
  • Pala del Boral
  • dallas700
  • 150 m - 5 hauteurs
  • 6a+
  • VI
  • S1
  • II
  • 25-06-2019

Félicitations

dallas700: Apro il consueto Report con una dichiarazione shock…”se questa via fosse stata a San Paolo (Arco) e l’avesse pulita Grill…..ci sarebbe la fila tutti i sabati e le domeniche”. Per capirci, ammetto che la via è decisamente vegetata, ma l’arrampicata non è male. Purtroppo in parecchie prese dei primi due tiri ci sono cresciute le piantine, di conseguenza per “passare” bisogna pulire. D’altra parte quando chiesi info sul forum di Planet Mountain mi esortarono di non andare, ma ho voluto rendermi conto di persona, e ora posso dire che le 4 ore e mezza in parete comprensive di un minimo di giardinaggio mi sono servite per confermare che si può trovare qualcosa di interessante anche nelle vie meno belle. Se poi aggiungiamo il resto degli ingredienti, ovvero un caldo pomeriggio d’estate, l’avvicinamento verticale alla Pala del Boral, la discesa su un sentiero che praticamente è poco più di una traccia da intuire, il rientro in discesa con le frontali in mezzo ai lecci opprimenti e una variante mai vista prima ma segnata, la giornata è completa. Credo che a Brentino, al di là del grado che ognuno ha, l’Avventura è servita sul piatto d’argento. Aggiungo, per dovere di cronaca, che la via comunque è decisamente ben chiodata (S1). Alcuni friends (BD 0.4-0.5-0.75) possono venire utili sulla placca dell’ultimo tiro dove c’è un tratto stranamente lungo tra i fix. Portare 15 rinvii, il secondo tiro è decisamente lungo. Tutte le soste sono su fix, tranne S4 da allestire su clessidra. L’attacco è difficile da vedere (Targhetta n°20), una volta arrivati all’attacco della via Silvia (Targhetta n°21) ritornare indietro (verso Sud) sul sentiero circa 50/70 metri e puntare a una paretina poco visibile dal sentiero. Sul secondo tiro il 6a dichiarato è anche 6a+ (con A0 e staffa si passa ma faticoso). Sull’ultimo tiro, lo strapiombo fessurato dichiarato 5c/A0 è decisamente A1, qualche metro con 3 fix abbastanza vicini). Qua una staffa viene comoda. Solo per arrampicatori di bocca buona e capaci di apprezzare il carattere esplorativo di una via del genere, astenersi tutti gli altri. L1: salire la paretina iniziale (fix un po’ alto a destra), poi traversare decisamente a sinistra per cengetta. Individuati i fix seguenti, seguirli su placca dalla quale si esce con un traversino a sinistra, cui segue una zona rotta fino alla sosta sopra un albero con cordone. Tiro piuttosto vegetato e sporco. 30 metri, 5b/c L2: affrontare la placca sovrastante, bei movimenti ma roccia un po’ lichenosa, fino a un muretto decisamente liscio (6a+), passaggio in aderenza poi lama poco generosa per uscire. In alto a sinistra ci sarebbero piccole maniglie ma sono sotto la vegetazione. Si continua su una serie di pilastrini (5c) fino ad arrivare a un tettino mal protetto (fix basso e illogico), prese “delicate” per uscire. Si può aggirare questo tratto da destra. Sosta appena a sinistra di quella della via Silvia su tre fix. Tiro piuttosto vegetato e sporco, tranne la placca iniziale. 40 metri, 6a, 1 p. 6a+. L3: prima verticalmente poi leggermente a sinistra per placca (fix visibili) e fessure fino alla scomoda sosta appesa. Tiro complessivamente abbastanza pulito tranne una zona a metà. 33 metri. 5b/c L4: Per bella placca delicata ma onesta (6a) fino a prendere un inaspettato diedro (bello, 5c) da cui si esce a sinistra tramite una strapiombino ben manigliato (5b). Ora ignorare un vecchio cordone su clessidra a sinistra e procedere verso l’alto a prendere una placca con rigole che si vince con allungo e passaggio atletico (5c). Andare a sostare su una grossa clessidra (piccolo terrazzino) sotto una placca fessurata. 30/35 metri. 6a. Tiro logico e pulito, bella arrampicata. L5: salire la placca fessurata (5a/b) fino sotto l’evidente tetto fessurato, che si scala in libera fin dove possibile (5c), per poi vincere il tratto più strapiombante in A1 (2 fix) e uscirne con arrampicata più semplice lungo un corto diedro a destra di una liscia placca. Presente una scomoda sosta su fix a sinistra al termine della placca. Meglio sostare su piante più in alto, valutare bene la solidità delle stesse. Tiro pulito e con ottima roccia, tranne qualche pianta tra la placca e il tetto. 27 metri. 5c e A1. Discesa: Salire a una terrazza e poi lungo il boschetto tenendosi un po’ a destra dove più comodo fino a incrociare una buona traccia che va verso Nord. Quando si incrocia un ghiaione che scende dall’alto (bollo rosso), la traccia si fa più flebile e incerta, ma con attenzione cercando i bolli gialli prima restando in quota poi scendendo decisamente lungo un canale con qualche salto roccioso si perviene al margine Nord della Pala del Boral, qua l’altimetro dell’orologio può venire molto comodo se ci si è segnati la quota di attacco della via, onde evitare di scendere troppo. Per traccia sempre incerta (qualche bollo) verso Sud si ritorna in prossimità dell’attacco della via e da qui con attenzione (facile perdersi nel tratto sotto parete) a riprendere il sentiero che a ritroso riporta a valle. In un caldissimo pomeriggio estivo, con il sempre entusiasta Ric.

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