Monte Cimo - Brentino | Pala del Boral

Edelweiss (40th Edition)

Multipitch

Informazioni

  • Monte Cimo - Brentino
  • Pala del Boral
  • dallas700
  • 250 m - 8 tiri
  • 6b
  • 6a+
  • R3
  • II
  • 21-02-2023

Congratulazioni

dallas700: Mercoledi 08 Novembre 2023, il restyling è terminato.La via sarà percorribile non appena si sarà asciugata bene dopo le piogge per via della terra bagnata che abbiamo mosso con i lavori di pulizia. Segue Relazione provvisoria in attesa di conferme-ripetizioni: Catteristiche generali: Itinerario impegnativo e con caratteristiche alpinistiche, che alterna arrampicata libera esigente ad alcuni tratti in artificiale. Dopo la terza lunghezza è necessario essere abituati ad un terreno misto e d’avventura, per poi riguadagnare placche di bella roccia nella parte alta. Aperta nel 1983 (quest’anno ricorre il quarantennale!) dalla cordata Rampini-Baroni, ripercorrerla oggi mette in chiara evidenza la loro capacità nell’affrontare i primi tiri con esigue protezioni su difficoltà per nulla banali e anche il fiuto di aver trovato il percorso nella parte mediana e alta ed uscire sulla sommità della parete. In accordo con Alberto Rampini, nel 2022-2023 ci siamo proposti per rivalutare questo itinerario integrando la chiodatura esistente ed effettuare una pulizia generale. Il lavoro sin da subito si è dimostrato piu’ impegnativo del previsto, al punto che stavamo per rinunciare causa varie difficoltà oggettive. Non ci siamo però persi d’animo e siamo riusciti a portare Edelweiss al punto che oggi è percorribile con discreta/buona sicurezza sui tiri e ottima alle soste. Il lavoro di pulizia dalle piante e dalla terra in alcuni punti è appena sufficiente, mentre in altre lunghezze l’arrampicata è di soddisfazione su ottima roccia. Solo con condizioni asciutte. Protezioni: La scarsa chiodatura presente prima del nostro intervento è stata integrata con fix inox lungo i tiri, ma è richiesta comunque in più sezioni la necessità di proteggersi con protezioni veloci. Tutte le soste sono su due fix inox, tranne la prima (un fix inox + uno spit “vintage” da 8 mm) e l’ultima in quanto si esce sul sentiero/bosco ed è da allestire su piante. Per una ripetizione portare 12 rinvii, una serie di friends BD dallo 0.3 al 3, alcuni nuts piccoli, cordini per piante, clessidre e soste. Una staffa a testa potrebbe risultare utile (personalmente la consiglio). Due mezze corde da 60 metri. Allo stato attuale martello e chiodi non sono strettamente necessari. Una forbice, un segaccio e una spazzola in ferro possono tornare utili per migliorare la pulizia. Difficoltà e osservazioni: Il 6a+ obbligatorio, diciamo soggettivo in base a che uso si vuole fare dell’A0, ci pare comunque il più verosimile. La prima protezione del tiro iniziale potrebbe risultare un po’ alta, ma è in linea con le caratteristiche della via. Il tratto in A1 sul terzo tiro non è da tentare il libera in quanto in questo punto non è stata integrata la chiodatura esistente. Si tratta di un placca verticale di 7/8 metri, i chiodi in loco con cordino rispondono al loro compito, ovvero permettere la progressione in artificiale. Tale tratto è comunque delimitato da un fix in entrata e uno in uscita. Un buon friends BD Rosso si può inserire in una tasca per guadagnare il primo chiodo con cordino. Nel diedro-fessura del sesto tiro fare attenzione nel caso in cui la parete di destra fosse umida, licheni scivolosi. Dalla seconda sosta S2 ci può calare fino a terra, circa 50 metri. Dopo aver lasciato la terza sosta S3 non è più possibile un rientro in corda doppia. L’uscita dell’ultimo tiro presenta molti sassi instabili, la situazione è peggiorata dopo le recenti forti piogge (fine ottobre/inizio novembre). Si può evitare questo tratto uscendo a destra prima dell’ultima paretina. Avvicinamento: Da dietro il cimitero di Brentino (o più semplicemente percorrendo la strada asfaltata fino alla curva prima del ponte), raggiungere il limite sud del vigneto dove si stacca la buona traccia segnata con bolli gialli che conduce in 45 minuti di ripidissima salita, intervallata da tratti con corde fisse, al bivio con la scritta gialla “Raccordo”. Prendere a destra seguendo fedelmente i segnavia, oltrepassare l’evidente partenza dello Spigolo del IV Sole (scritta in vernice rossa), e a seguire in pochi minuti, prima che il sentiero esca fuori dal bosco, sulla sinistra si può vedere la scritta in rosso “Edelweiss” con freccia indicatrice. 60 minuti dal parcheggio. Circa 400 metri D+. Relazione: L1: Dalla cengetta di attacco, salire il verticale muretto di ottima roccia (5c, non azzerabile) fino a raggiungere la prima protezione (fix). Salire leggermente verso destra (5a, chiodo) traversando poi verso destra (4c, possibilità di posizionamento per friends grandi) puntando ad un muretto aggettante protetto da due spit, un fix e un chiodo. Salirlo direttamente (6a/A0) per guadagnare un zona più semplice (IV, un cordone su radice a sinistra), fino alla comodissima sosta su terrazzino (1 spit + 1 fix). Lunghezza con roccia tagliente e abrasiva, bel tiro di presentazione. Sviluppo 30 metri. L2: Salire l’evidente e bellissima lama sulla sinistra (5c, fix), affrontando subito dopo la difficile e poco intuitiva parte strapiombante che si apre a stretto camino (6a+ oppure 6a/A0, 1 chiodo vecchio + 1 fix). Sormontarla (1 chiodo dentro al camino) per poi prendere lo spigolo spesso bagnato dallo stillicidio (4c, 1 fix sulla parete di sinistra) fino a un cordone su blocco incastrato. Verso destra 1 metro per poi salire subito alla stretta cengia (5b, passo del gatto, clessidra con cordino in alto). Poco oltre, scendere un metro e traversare verso destra (5a, 4c, tratto esposto ma non difficile, totalmente da proteggere a friends) fino a raggiungere l’albero (cordone). Salire il gradino e sostare su comoda cengia (2 fix). La lunghezza più caratteristica e bella della via. Sviluppo 35 metri. L3: Percorrere verso destra la delicata cengia erbosa (possibile utilizzare una piccola pianta come protezione) fino ad un fix. Si può salire in libera alla sua destra (5c) per 2 metri (tasca per friend) per poi iniziare il tratto in A1 (2 chiodi con cordino + 2 chiodi a seguire). Tratto delicato. Raggiunto il fix superiore, proseguire leggermente verso destra (6a) e salire fino ad una lama rovescia (3 chiodi, di cui 2 con anello). Spostarsi con movimento delicato a sinistra (5b) fino ad un altro fix. Stando relativamente bassi (1 ulteriore chiodo un po’ alto) traversare con molta attenzione la placca di roccia (sx) e poi salire su terreno sporco alla sosta (2 fix) a destra di una pianta secca. Lunghezza impegnativa con roccia a tratti delicata. Sviluppo 35 metri. L4: Salire la breve paretina di buona roccia a sinistra della sosta (4c, 1 chiodo) e aiutarsi con un cordone per salire la rampetta erbosa aggirando l’albero da sinistra. Si sale il breve muretto (4c, 1 chiodo a U alla base) con passo delicato per guadagnare la banca erbosa. Qua è meglio rinviare una pianta sulla destra, per poi raggiungere verso sinistra un cordone su clessidra. Con attenzione si raggiunge la forcella tra la parete e il leccio. Scendere (A0, 1 fix con cordone) fino a trovare appoggio per i piedi per poi subito risalire all’interno della cengia a volta che si segue verso sinistra. (4a, possibilità di nuts/friends piccoli su uno sperone fessurato poco visibile). Sosta (2 fix) sotto una breve fessura con chiodi. Lunghezza con parte centrale poco invitante ma finale caratteristico. Sviluppo 40 metri. L5: Direttamente lungo la fessura seguendo i chiodi (6a oppure 5c/A0, 2 chiodi e un fix), uscendo su una placchetta (1 chiodo) cui segue un diedrino di buona roccia (possibilità per friends). Raggiunta la zona sporca, andare verso destra a prendere una placchetta (4c, 1 chiodo a U) sotto l’albero per poi aggirarlo da sinistra. Sosta (2 fix) alla destra di un diedrino formato da un pilastrino staccato. Lunghezza corta, la “porta” di accesso alla parte superiore della via. 20 metri. L6: Salire il diedrino formato dal pilastrino (possibile pianta al termine), raggiungere il fix e con passaggio non scontato (5c) raggiungere la banca erbosa (1 vecchio chiodo a U). Salire ora l’aperto diedro-fessura (6a, 5c, fix, clessidra, fix) per poi uscire sullo spigolo di sinistra (5b, possibilità per friends) fino alla pianta con cordone. Scavalcare (dx) la lama incastrata nella pianta, fino a guadagnare verso destra (6/7 metri) un secondo leccio con cordone (4c). Raggiungere i blocchi instabili e salire il pilastrino di buona roccia (2 chiodi) fino alla sosta (2 fix) su terrazzino con piante tagliate. Lunghezza impegnativa nella prima parte, un ulteriore lavoro di pulizia le darebbe il giusto merito. Sviluppo 35 metri. L7: Verso sinistra a prendere una placca di roccia stupenda e lavorata (4c, micro clessidra e possibilità per friends) che si sale (5a, clessidra con cordino) fino a giungere a un muretto lasciato volutamente “clean” (possibilità per friends e clessidra). Lo si oltrepassa (4c), salendo poi una placca lavorata (4a, 3c, 2 clessidre con cordone) fino ad un muro più verticale. Superato il delicato passo iniziale (5a, fix), si prosegue su roccia fantastica a buchi e buste (clessidra con cordone), passando poi a destra dell’arbusto. Con la massima attenzione vista la presenza di sassi in questo tratto, si raggiunge la comodissima sosta (2 fix) su cengia sotto ad un pilastrino verticale (possibilità di uscita futura….). Lunghezza molto bella riscoperta grazie ad un grande lavoro di pulizia. 40 metri. L8: Percorrere qualche metro verso destra, poi salire il proteggibile gradone (3c) cui segue una placchetta (4c, fix) e un risalto (4a, clessidra con cordino). Ora si possono salire i due brevi muretti (III+) che terminano su un ripiano con molte pietre, oppure per terreno sporco e rampa boscosa verso destra. Sosta da attrezzare su piante. Lunghezza finale senza pretese. Sviluppo 30 metri. Discesa: Seguire fedelmente gli ometti verso nord, fino ad incontrare (senza mai salire!) i bolli gialli (alcuni anche blu su roccia) che prima sul costone della parete poi dentro un ripido e labirintico canale in discesa conducono alla base della Pala del Boral (si scendono circa 200 metri di dislivello). Camminare verso sud nel bosco, una volta oltrepassato un breve tratto fuori allo scoperto si risale e in breve si raggiunge l’attacco della via. Circa 30 minuti. Da qua a ritroso in discesa per il sentiero di avvicinamento fino al parcheggio. Ringraziamenti: Un enorme Grazie! agli amici Walther Rambaldi e Riccardo Nielsen che sono stati con me durante tutta questa vera “avventura”, senza i quali il lavoro svolto e la salita stessa della via non sarebbero stati possibili. Altrettanto Grazie! ad Alberto Rampini per averla scoperta 40 anni fa e per il supporto ricevuto e la spinta per farci portare avanti la nostra idea. Idem ovviamente vale per Beppe Vidali per le informazioni e i consigli quale indiscusso “local” delle pareti di Brentino. Note: L’autore di questa relazione ha profuso il massimo impegno per assicurarsi che le informazioni contenute in questo scritto siano il più aggiornate ed accurate possibile. L’arrampicata-alpinismo è un’attività pericolosa, praticata a proprio rischio. Si declina ogni responsabilità per qualsiasi inconveniente, incidente, perdita o danno risultanti dalle informazioni contenute nella presente relazione. Tutte le notizie vanno valutate e verificate sul posto di volta in volta e da persone esperte prima di intraprendere il sopra menzionato percorso.

Commenti

  • Martedi 10 Ottobre 2023. Contrariamente alle dichiarazioni di febbraio, siamo tornati calandoci dall'alto e con ciclopico lavoro di pulizia siamo riusciti a rendere già percorribili gli ultimi tre tiri. Allestite tre soste su due fix inox, tranne l'ultima che è da effettuare su alberi. Posizionati alcuni fix sul tiro della fessura diedro (l'attuale L5) di V+/VI, nei tiri seguenti invece ci sono cordoni in clessidra e alcuni tratti sul V lasciati volutamente clean (Friends/Nuts). Servono grosse piogge per fare pulizia del terriccio smosso. Con un'altra giornata speriamo in novembre ci auguriamo di terminare le rifiniture su L1-L2-L3 e sistemare in modo accettabile il trasferimento a sx abbastanza brutto di L4. Dopodichè "forse" sarà finito il re-styling, che metterà insieme classico e moderno per completare quella che potrebbe diventare "Edelweiss 40th Edition"

    16-10-2023

  • Mio commento del 21-02-2023. Ci sarebbe una lunga storia da raccontare, magari più avanti la preparerò. Dopo il tentativo fallito del 12-11-2022, ieri ci siamo riusciti. Al momento i primi tre tiri sono ben percorribili e discretamente chiodati. Sul primo e terzo tiro ci sono muretti e placche che richiedono A0/A1, idem sulla fessura del quarto tiro. Quindi è una via da intendersi alpinistica a tutti gli effetti, che ha poco a che fare - anzi per nulla !! - con le vie sportive e spittate. La connessione tra terzo e quarto tiro è tuttora da confermare, ma in qualche modo siamo passati. Da metà del quarto tiro fino in cima, l'arrampicata è infestata oltre l'inverosimile dalla vegetazione, dallo sporco di terra e foglie, dalle piante secche e rotte. Oltretutto poco o per nulla protetta nel finale. Nonostante era un progetto a cui puntavo da anni, purtroppo allo stato attuale non mi sento di consigliarla. Ma non si sa mai, forse quando sarò in pensione tra vent'anni, avrò tempo per la zappa e la motosega elettrica. Questa via comunque conferma la tenacia e la visione oltre la realtà della cordata parmese Rampini-Baroni, anno 1983, 40 anni fa. Per eventuali info o relazione contattatemi in privato. Allo stato attuale per una ripetizione sono indispensabili chiodi e martello, una serie di friends (anche micro), nuts, svariati cordini e fettucce, una staffa a testa, segaccio e forbici per le piante. Solo con condizioni asciutte (secondo e terzo tiro). Con un eccellente Ric capocordata,e uno straordinario Walther che pazientemente mi ha accompagnato e aiutato nella logistica del salire e sistemare quello che è stato possibile. Grazie.

    10-11-2023


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