dallas700:
Un nome e una via perfetta da salire quest'anno che in due, io e Hanna, facciamo in somma 100 anni. Insomma due cinquantenni per capirci. Il Cengio in autunno con il sole è un posto bellissimo, sia per i colori che si offrono allo sguardo, sia per i panorami e il tepore in parete (ieri pure troppo!). La Via del Centenario ha poco più di un anno di vita e avrà già avuto tantissime ripetizioni, perchè presenta le caratteristiche che tutti vogliono. Chiodatura sistematica a fix, ravvicinati nella parte bassa della via e un pelino più lunghetti in alto quando ormai il motore è caldo. Grado sul 6a mai banale sulla metà dei tiri, con due passaggi di 6a+. Il resto della via si aggira spesso sul 5a con alcune sezioni di 5c. Quindi l'impegno nei suoi 200 metri non manca affatto. Non è difficile ma neanche quello che si potrebbe pensare guardando la foto della relazione, ovvero una via erbosa con solo alcune sezioni impegnative. Tutt'altro, si è spesso sul verticale e i tratti "vegetati" sono relativamente pochi. Gli apritori, grandi conoscitori del luogo, hanno fatto veramente del loro meglio. Concordo con altri commenti sul fatto che non sia da percorrere quando c'è del bagnato, sia per le colate sulla roccia che per la scivolosità di qualche gradino tra erba e terra. Breve relazione. L1: dal non comodissimo terrazzino di partenza si seguono i fix su roccia buona, poi un traversino a sinistra conduce alla base di un muretto fessurato che propone le prime difficoltà (5a). Da qua verso destra, superando un gradino non banale (6a) ed entrando poi verticalmente nel diedro grigio. In libera c'è un passaggio difficile ma studiando bene si passa (6a+), comunque facilmente azzerabile. Un traversino verso sinistra conduce in sosta. 38 metri. L2: partenza su muretto fratturato poi verso sinistra dove si vince una placchetta povera di appigli (fix e clessidra poco dopo, 5b). Seguire poi le protezioni su terreno più facile fino alla sosta su una cengia, posta sulla sinistra. 35 metri. L3: raggiungere non senza difficoltà il primo fix, poi vincere con grande decisione lo strapiombetto. C'è una maniglia risolutiva in alto ma va cercata, al netto che per i piedi c'è molta povertà (6a+, azzerabile ma nel caso meglio staffare con una fettuccia). Seguono altri risalti e un diedrino sempre sul 6a, arrampicata continua nel grado per buona parte del tiro. Si esce alla sosta verso sinistra. 25 metri. L4: salire il diedro fessurato sulla destra, più difficile in partenza (5b) poi semplice. Giunti al terrazzo con albero sostare, 23 metri. L5: salire lungamente una grande placca, che alterna muretti a veri e propri passaggi in aderenza (5a). Nella parte finale si sposta a destra per imboccare una fessura sui rotti che conduce alla spietata placca finale in corrispondenza dell'ultimo fix. Passaggio difficilmente valutabile, secondo me 6a ci sta tutto. Tiro molto bello e iconico. 38 metri, la sosta è sulla destra alla fine della placca suddetta. L6: si traversa verso sinistra per poi imboccare una fessura (4c) che si apre tra la parete e un pilastrino staccato, da ultimo rimane da salire un gradino (5a) e un successivo passaggio con i ciuffi d'erba da trazionare per guadagnare un'ampia terrazza con sosta su albero (l'unica della via non a fix). Tiro non difficile nel grado ma faticoso. 28 metri. L7: affrontare di petto la placca sovrastante, in sequenza un fix, una clessidra (il cordino inizia a essere rovinato) e un fix che chiude le difficoltà maggiori. 6a pieno e non regalato, stando leggermente sulla sinistra. Segue placca via via più semplice e qualche gradino per giungere alla S7 dove si trova la cassetta con il libro di via. Con altri 4 metri su rampa dotata di corda fissa si guadagna la sommità e il bosco. Tutte le soste (tranne una su pianta) sono su due fix, di cui uno con anello. Per fortuna le soste non sono già cordonate, così almeno rimane un minimo di impegno per allestire la sosta. Materiale: bastano 12 rinvii, fettucce da 60 cm per allungare qualche protezione e due fettucce lunghe (120 cm) per allestire le soste. Protezioni veloci inutili. Ovviamente a fine scalata è d'obbligo la sosta al Rifugio Al Granatiere.